Thursday, May 24, 2012

Nervosismo Cronico Mattutino


Oggi sono stata onesta. Ho provato a non esserlo, veramente.
Ero in questa stanza, in attesa di ricevere per le mani "la scrittura privata" (o volevi un contratto vero e proprio?) insieme alla Paola Marella della situazione e una vecchina adorabile.
Ho passato 15 minuti buoni a far finta di nulla, a non ascoltare quella miserabile vocina che languiva nella mia testa. Ce l'avevo quasi fatta, dannazione. E invece... appena mi si è presentata l'occasione di parlare... "Guardi, sarebbe tutto giusto, se non che... sono 350 euro e non 300."
Oggi, non mi sono sentita bene. Le altre volte mi tronfiavo della mia onestà, una delle poche cose positive che ritenevo di avere. Oggi mi sono sentita una sfigata. Perché? Perché sono fottutamente italiana.
 Perché poi cos'è successo? La Marella si è intascata 50 euro per aver scritto al computer quattro righe, in nero ovviamente, e la vecchina adorabile trottava verso la Conf Agricoltura a causa della sua MICROSCOPICA azienda.
 *sbrufff*
Sarà una cazzata, ma insieme all'onestà, anche la diligenza nel lavoro fa essere tristi. "Ah, solo questo?" oppure "Tranne a te e a te, non vi serve, non sapete usare il programma." Oggi più degli altri giorni, forse influenzata dal nervosismo cronico mattutino, mi sono resa conto che se non faccio qualcosa d'importante (per me o per gli altri) mi sento una cacchetta*.

*cacchetta: mi sento incredibilmente inutile e calpestata ahah

Dopodiché, fatti puramente casuali hanno trovato collocazione nella giornata di ieri/oggi che hanno inesorabilmente contribuito al mio nervosismo. (comincio a pensare che sia veramente cronico)
Guardo una puntata di New Girl (telefilm divertente e stupidissimo) e una frase attira la mia attenzione "Se gli altri vanno a farsi un bagno nel mare, io sono quello che guarda i portafogli perché non so se l'acqua è calda".
Apparentemente una delle solite frasi, ma poi ricordo di aver visto e sentito persone che con uno schiocco di dita hanno avverato (?) i loro sogni. La cosa che mi da fastidio non è che gli altri hanno potuto e io no, ma che loro li sapessero i propri sogni. E io no. Certo, c'è da dire che anch'io so quale sarebbe il mio piccolo sogno chiuso nel cassetto della credenza in cantina, però sarà veramente un sogno? O sono io che lo immagino tale perché me lo sono costruito così? E poi, sembra tanto uguale a quello di molti altri. Diventa quasi banale pensarci.
(NO, non è avere una famiglia, nani urlanti in giro, un cane e una staccionata bianca. NO.)
(Sono seria.)

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*Flap Flap*

Oggi mi sono soffermata su una frase della canzone Di Vino dei Marta sui Tubi. “20 persone che ami se ne andranno Ti chiederai se c’e...