Di non avere problemi, di non voler affrontare le cose brutte della vita.
Perché la vita, diciamocelo, di cose brutte ne ha un’enormità.
Un giorno, ti rendi conto di non poter più fare lo sprovveduto, devi abbandonare anche quello che in tarda adolescenza era un lusso: pretendere di esserlo.
Ti svegli in un mondo fatto di atrocità, dolore, guerra, abominio, tradimento e malattia.
La Malattia. Questa sconosciuta che avvinghia, sorprende, sovrasta, inonda, rapisce.
Da cui non puoi fuggire: non puoi prevederla, non puoi ignorarla.
Ma tu vuoi solo tornare bambino.
E ignorare. E continuare a farlo. Ed entrare in un circolo vizioso.